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Visualizzazione dei post da novembre, 2010

LOVE STORE - by Bzzz.

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Shhh.. Sciaf... Woosh. Come per il mare in ogni porto, amare fu la sua fine. Voltaire diceva cose sagge, ma lui non era saggio. Lui invece aveva il cuore e lo metteva lì;  in ogni cosa  metteva il suo cuore, a disposizione.  Poi fu l'anno del grande avvento. Il televisore. Un mondo in ogni casa, un amore in ogni cuore così il suo si prosciugò d'inutilità. E un cuore non si ripara, non c'ha transistor e relé, né pulsanti e manopole. Mica puoi aggiustare la verticale, trovare un nuovo canale da ricevere in diretta. Un cuore si vuota e intristisce. Poi muore. Così si mise a camminare, errando in cerca di una vedova, d'un orfano o di un cane perduto. Eran suole vecchie le sue, ma il sorriso era sempre pronto, poi moriva a ogni uscio chiuso,  a un diniego, ammainava la bandiera. Ripiegava le labbra in una smorfia,  a ogni villaggio sempre più amara. Finché il sorriso fu come il suo cuore, un guscio vuotato e smarrito. Incerto come un cane bastonato,

Language is a Virus - age gnual si arivus

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Paradise Is exactly like Where you are right now Only much much better. I saw this guy on the train And he seemed to gave gotten stuck In one of those abstract trances. And he was going: Ugh...Ugh...Ugh... And Fred said: I think he's in some kind of pain. I think it's a pain cry. And I said: Pain cry? Then language is a virus. Language! It's a virus! Language! It's a virus! Well I was talking to a friend And I was saying: I wanted you. And I was looking for you. But I couldn't find you. I couldn't find you. And he said: Hey! Are you talking to me? Or are you just practicing For one of those performances of yours? Huh? Language! It's a virus! Language! It's a virus! He said: I had to write that letter to your mother. And I had to tell the judge that it was you. And I had to sell the car and go to Florida. Because that's just my way of saying (It's a char

Stig Dagerman - Il nostro bisogno di consolazione.

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Stig Dagerman - Il nostro bisogno di consolazione. Lascio sogni immutabili e relazioni instabili. Lascio una promettente carriera che mi ha procurato disprezzo per me stesso e unanime approvazione. Lascio una cavità reputazione e la promessa di una ancora peggiore. Lascio qualche centinaio di migliaia di parole, alcune scritte con piacere, la maggior parte per noia e per soldi. Lascio una situazione economica miserabile, un'attitudine vacillante rispetto ai interrogativi del nostro tempo, un dubbio usato ma di buona qualità e la speranza di una liberazione. Porterò con me nel viaggio un'inutile conoscenza del globo terrestre, una lettura superficiale dei filosofi e, terza cosa, un desiderio di annientamento e una speranza di liberazione. Porterò inoltre un mazzo di carte, una macchina da scrivere e un amore infelice per la gioventù europea. Porterò infine con me la visione di una lapide, relitto abbandonato nel deserto o nel fondo del mare, con questa epigrafe: