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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

Coney Island baby

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Odore di ruggine un lampo ed ecco la ragazza dai capelli rossi di quell'estate del ’60 corre affondando lievemente nell'arena calda e secca splendente e dorata e si svolta a guardarlo proprio quando il diaframma scatta metallico nell'aria imprigionando la sua anima e le lentiggini spruzzate sul viso adolescente; eccoli con la sabbia appiccicata ai corpi bollenti mentre l’odore lubrificato di olio da sole riempie di profumo e promesse le narici e si sposta veloce scivolando nel vento ed eccolo vola vola vola e ora è lì che ammanta la battigia mentre lui eccitato e scarno col cuore che s’abbatte come un’onda nelle orecchie tappate abbassa di nuovo lo sguardo e lo fissa nel vetro smerigliato del pozzetto della macchina fotografica accarezzando i fianchi levigati di lei dove s’appiglia il piccolo drappo di stoffa bagnato d’acqua salata; ora che tanti anni dopo ricordando quel pomeriggio la sua mano sposta l’elastico dei calzoncini intoppato dall'erezione e veloce rapace si

El horror de habitarme

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para verte como yo queria era necesario empezar por cerrar los ojos

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caminar vale la pena, aunque te caigas

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SQUISIPOLLO A GO-GO.

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"La vita è uno yo-yo" Mio figlio masticava lentamente il suo tacoburger e mi fissava.  Mentre addentavo il mio squisipollo lo guardai negli occhi. Due pozzi di dolore e secchiate di tristezza. "Fanculo!" – pensai – "meglio se capitava una sfiga a me...". In quel preciso istante il boccone di squisipollo del cazzo precipitò dritto nel garganozzo e imboccò la direttissima per i polmoni. Iniziai a fare dei versi come uno che sta affogando con un dito infilzato nel culo. Dalla faccia pallida e interrogativa di mio figlio capii di essere nella merda. Tossii e torsi la testa in cerca d'aria mentre piume delle mie piume mi bastonava la schiena col suo pugno enorme. Quando mio figlio entra in azione non ha mezzi termini, è risaputo. Sparai fuori lo squisipollo in una raffica di panatura dorata. Presi il respiro e sentii le costole che scricchiolavano dove mi aveva ripetutamente colpito la manona del vecchio Matt. E mi venne in mente il vecchio detto: "A

Un istante

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«Per quanti anni è durato il controllo? Per quanto tempo necessaria la punizione? - Com’è il tuo cuore ora? - Ora vedo.»

il giuoco delle perle di vetro

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Mondi, mondi interi fatti di rocchetti di filo, spilli, caramelle e carte colorate di caramelle, temperini dal levigato manico di madreperla, mondi da scoprire fatti di rotonde scatolette metalliche d’Eucarbon riempite di minutaglia, e poi gli infiniti mondi colorati e bellissimi delle biglie di vetro, quelli dei soldatini dell’Airfix e quelli dei pezzi del Lego e del Plastic City sparsi sul tavolo o sul pavimento del tinello, e poi viti e dadini, piccoli cacciaviti e minuscole chiavi inglesi del Meccano in attesa di una nuova idea che smonti il mondo presedente e lo ricomponga in nuovo mondo; i sonnolenti mondi pomeridiani della macchina da cucire e degli aghi da infilare di mia nonna, e quelli mattutini della cucina di mia mamma, dei suoi odori, dei suoi sorrisi dolcissimi, e ancora i mezzi giorni passati giocando sotto il tavolo oppure in alto, sui pensili della cucina, osservando il vaporoso mondo sottostante; ecco le ore passate nascondermi dietro gli armadi appena scostati dal mu