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Visualizzazione dei post da 2009

Sbrano

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La bestia che ho nel cuore è bestia strana, non ha razza né nome né abitudini. È  preda della sua stessa bestialità. Non ha pelo né pelle, non collare né padrone. Vive di sé stessa e si alimenta del suo attimo, senza passato né futuro. Puoi scorgerla solo nella foresta più scura. E non sai mai se saprà riconoscerti dall'odore né aver timore del tuo fucile. La mia bestia mi ha divorato anni fa.

on the road - tom waits

Jack Kerouac reads "On the road" (jazz of the Beat generation)

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Romanzo culto della beat generation, contraltare prosaico dell’Howl ginsberghiano, On the Road non ha mai smesso il suo fascino perverso. Nel 2007, peraltro, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua pubblicazione, la Viking ha dato alle stampe la versione “uncensored” del libro: quella concepita da Kerouac senza scrupoli formali, dunque più sperimentale, più autenticamente sensuale in certe descrizioni e, soprattutto, con i nomi veri dei protagonisti al posto di quelli usati in un primo tempo e passati alla storia della letteratura. Rimane la sensazionev di un romanzo più importante che bello, se così si può dire. Importante per una sorta di liberalizzazione della prosa, svincolata dagli schemi espressivi convenzionali in virtù di un particolare slang metaforico e pure lessicale. Di un libro e un autore così rappresentativi per una generazione che in qualche modo ha cambiato il modo di scrivere e leggere, esiste una quantità persino eccessiva di reliquie o memorabilia. P

canto popolare

A Little Tribute for Bill

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Domenica senz’Alba

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«- Credo che -  Non dovremmo permettere a niente e a nessuno di avere tanto potere su di noi.  Io lo sa­pevo ma non feci nulla.  Le cose andarono male perché sapere  non conta nulla se non sei capace di praticare ciò che sai.» Coi capelli Klimt si legò il povero brac­cio martoriato. Sempre in cerca, ancora in cerca, avida e sudata. Il sol­lievo animò il suo viso e io piansi disperatamente. Era la mia fiamma che si spegneva. Dio sa quanto l’amassi. Io l’amavo ma Dio non ascoltava le mie preghiere. Dio era sordo e io ero cieco. Io odiavo Dio. Lei era cieca e sorda, immersa nel biso­gno. Lei mi ricordava la grande bocca spalancata di un piccolo uccello. Lei so­migliava a un uc­cello ma non sapeva vo­lare. Le sue ali erano bianca eroina, io la nera terra. La ripugnate forza di gravità. Per quanto mi sforzassi di es­sere leggero come lei non po­tevo più volare. Le sue ali non erano le mie ali, non più. Le avevo bruciate tanto tempo prima. Avevo volato lon­tano, in alto, così d

Un istante

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Per qua to il control lo? Pe «Per quanti anni è durato il controllo? Per quanto tempo necessaria la punizione? - Com’è il tuo cuore ora? - Ora vedo.» L’estate appare ferma, tutto è sospeso a mezz'aria. Ho quasi l’impressione di poter respirare il tempo. Guardo il pulviscolo salire e scendere leggero, magico, nella luce del sole che filtra tra le stecche stanche e scricchiolanti delle tapparelle. Oggi annuso la vita stessa. Provo una strana comunione, tali sono la comprensione e l’amore e la nostalgia per la vita. Non so quanti anni ho oggi. Il succedersi dei pensieri, la rivelazione, e poi il sole fuori, il calore del selciato e qualche lontano schiamazzo sono importanti nella fissità di quest’istante. Sento che morirò. Questa stanza che guardo e amo nella penombra, i mobili che portano il marchio dei miei pugni, la scrivania a ribaltina stranamente ancora aggiustata. Guardo a destra, il comodino a due cassetti bianco con la cornice grigio chiaro, aspetta il cucchiaino e la

Squisipollo a go-go.

Mio figlio masticava lentamente il suo tacoburger e mi fissava. Mentre addentavo il mio squisipollo lo guardai negli occhi . Due pozzi di dolore e secchiate di tristezza. "Fanculo!" - pen sai - "meglio se capitava una sfiga a me...". Il boccone di squisipol lo del caz zo precipitò nel garganozzo e prese la via dei polmoni. Iniziai a fare dei versi come uno che sta affogando con un dito in culo. Dalla faccia pallida e interrogativa di mio figlio capii di essere nella merda. Tossii e torsi la testa in cerca d'aria mentre piume delle mie piume mi bastonava la schiena col suo pugno enorme. Quando mio figlio entra in azione no n ha mezzi termini, è risaputo. Sparai fuori lo squisipollo in una raffica di panatura dorata. Presi il respiro e s entii le c ostole che mi dolevano dove mi aveva ripetutament e colpito la manona del vecchio Matt. E mi venne in mente il vecchio detto: " Attento a ciò che desideri, potrebbe avverarsi..."

sms a riri

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I nsomm a, esco 10 minuti fa da quello spurgo d'agenzia, stanco disintegrato ma felice di aver fatto il mio stupido dovere. Sono soddisfazioni... Vengo qui al pub numero 10, ordino birra grande e doppio hamburger, ovvio che gua rdo il culo della cameriera più carina. Sono un uomo, ho finito di lavorare e mi sento un tipo più o meno normale. A questo punto decido di andare fino in fondo, vado al cesso. Mi guardo allo specchio la febbre sul labbro e decido che domani sarò trombabile. Poi respiro. Cazzo. Qualcun o ha cacato. Qualcuno ha cacato anche se questo doppio spurgo di cesso è senza chiave. Cioè il cesso no n si può chiudere, e ci saranno due metri tra la tazza e la porta. Come fa un essere umano a cacare in quelle condizioni? Certo di aver attratt o la tua atte nzione con questa avvincente puntata de "La vita svista da gli occhi di Benzo" , ti bacio e mi bevo another birrone.

Blade Runner - «È tempo... di morire.»

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  «Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo... come lacrime nella pioggia. » 

The Passenger - Iggy Pop and The Stooges 70

IGGY POP - LOUIE LOUIE - Live

Iggy Pop and The Stooges - The Passenger

I am the passenger And I ride and I ride I ride through the citys backside I see the stars come out of the sky Yeah, they're bright in a hollow sky You know it looks so good tonight Io sono il passeggero (1) e giro e giro (2) viaggio attraverso i bassifondi delle città vedo le stelle spuntare nel cielo sono lucenti in (quel) cielo vuoto puoi vederlo che (tutto) sembra così bello stanotte I am the passenger I stay under glass I look through my window so bright I see the stars come out tonight I see the bright and hollow sky Over the city's ripped backsides And everything looks good tonight Singin la la la la la-la-la la La la la la la-la-la la La la la la la-la-la la la-la Io sono il passeggero io sto dietro al vetro (3) guardo attraverso il mio finestrino luccicante (4) vedo le stelle che spuntano stanotte vedo il cielo splendente e vuoto sopra ai bassifondi lacerati della città e tutto sembra così bello stanotte cantando la la la... Get into the car We'll be the passenge

La vera storia di Johnny Cash e June Carter

Johnny Cash nacque come J.R. Cash in una baracca di Kingsland, in Arkansas, il 26 febbraio del 1932. I suoi genitori erano dei coltivatori di cotone in difficoltà quando, nel 1935, nel pieno della Grande Depressione, trovarono riparo grazie ad un programma del New Deal, che portò la sua famiglia nella colonia Dyess, vicino al fiume Mississippi. Qui, J.R. è cresciuto ascoltando ogni genere di programma di intrattenimento alla radio, da quelli dell’estremo nord di Chicago al sud profondo del Messico. Si è innamorato della musica, in particolare dello spiritual della famiglia Carter, dello swinging blues di Sister Rosetta Tharpe e delle canzoni di frontiera di Jimmy Rogers. Tutti questi artisti lo hanno ispirato nei suoi primi tentativi di comporre delle canzoni. Quando J.R. era appena dodicenne avvenne una tragedia, perché il fratello maggiore, che aveva sempre ammirato per la sua condotta morale, morì in seguito ad un terribile incidente con una sega circolare. Fu un momento che Johnny

John Fante, The Brotherhood of the Grape, 1982

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Poi accadde qualcosa di singolare. Mio padre morì. […]. Il quarto giorno, tra gran sorsate di Angelo Musso, costruimmo l’impalcatura; ora ci mancava solo mezzo metro. Nick, che era morto, non provava alcun dolore nel posare le pietre. Non era più il capomastro precisino, puntiglioso e fastidioso di un tempo: il muro era tutto una zacchera, la malta colava formando come delle grosse torte alla base.  Là sotto, ancora vivo, io spaccavo pietre, me le caricavo sulle spalle e le portavo sull'impalcatura; e poi un bel giorno, non ricordo quale, morii anch'io. Devo esser morto coraggiosamente e senza strepito: non mi ricordo di aver emesso lamenti o lacrime. All'inizio ci fu questo dolore lancinante alla regione lombare, dovuto al troppo picconare, e vagando nella foresta, così come gli atri dolori – il mal di piedi, le vesciche sulle mani, le fitte alle reni – uno per uno erano tutti svaniti, e così sentii cessare il sistema nervoso.  Quando torno a morire, pensai, e senza dubbi

Un fante della parola

http://www.fazieditore.it/pdf/fante_ilcentro2.pdf

Il Capitano è fuori a pranzo

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Oggi niente cavalli. Mi sento stranamente normale. Ca pisco perché Hemingway aveva bisogno delle corride, gli fornivano una cornice, gli ricordavano dov'era e cos'era. Talvolta ce ne dimentichiamo, a furia di pagare bollette del gas, far cambiare l'olio e via dicendo. La maggior parte de lla gente non è preparata alla morte, alla propria o a quella di chicchessia. Ne sono scioccati, terrorizzati. E' come una grossa sorpresa. Che diavolo, non dovrebbe esserlo. Io mi porto la morte nel taschino. A volte la tiro fuori e le parlo: "Ciao bella come va ? Quand'è che vieni a prendermi? Sono pronto". Nella morte non c'è niente di triste, no n più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte. Non fanno onore alla propria vita, la pisciano via. La cagano fuori. Muti idioti. Troppo presi a scopare, film, soldi, famiglia, scopare. Hanno la testa piena di ovatta. Mandano g

to the whore who took my poems

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s ome say we should keep personal remorse from the poem, stay abstract, and there is some reason in this, but jezus; twelve poems gone and I don't keep carbons and you have my paintings too, my best ones; it's stifling: are you trying to crush me out like the rest of them? why didn't you take my money? they usually do from the sleeping drunken pants sick in the corner. next time take my left arm or a fifty but not my poems; I'm not Shakespeare but sometime simply there won't be any more, abstract or otherwise; there'll always be money and whores and drunkards down to the last bomb, but as God said, crossing his legs, I see where I have made plenty of poets but not so very much poetry. From Burning in Water, Drowning in Flame Selected poems 1955 - 1973 Black Sparrow Press, 1986. First published in: It Catches My Heart in Its Hands , 1963.

m ENZO gne: Arturo Bandini

m ENZO gne: Arturo Bandini

Arturo Bandini

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Pregai; certo per ragioni sentimentali. Dio onnipotente, mi dispiace di essere diventato ateo, ma hai mai letto Nietzche? Ah, che libro! Dio onnipotente , voglio essere onesto, Ti farò una proposta. Fai di me un grande scrittore e io tornerò alla Chiesa.." e presi dal la foga che prende tutti fino a qualche tempo dopo che hanno chiuso “ask the dust” e se ne vanno i n giro a gridare IO SONO BANDINI, ARTURO BANDINI! indipendentemente dal fatto che ci sia parso un romanzo riuscito o meno si piomba in biblioteca a cercare qualche altro libretto sotto la f.. sotto fa..n..e gli occhi cominciano a bagnarsi quasi dalla gioia. prendo questi. e poi si ricomincia a leggerli in autobus e s ul treno e nelle ore di lezione, un capitolo alla volta. io sono bandini! "Così passavano i giorni. Giorni di sogno, giorni luminosi, in cui la quieta gioia che mi invadeva si trasformava a volte in lacrime e io provavo uno strano desiderio di morte. Così viveva Bandini , intento a scrivere il suo roma

OCCHI DI LAURA MARS

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È morto Ted Lapidus. Inventò la moda unisex

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PARIGI - Lo stilista francese Ted Lapidus è morto ieri a Cannes. Aveva 79 anni ed era ammalato da tempo. Stilista «della strada», come amava definirsi e come l' ha ricordato il presidente Sarkozy, negli anni ' 60 rivoluzionò l' alta moda: lanciò l' unisex, quindi lo stile militare e il look safari. Be', io e il vecchio Ted eravamo amiconi, lui era un vero gattone. Il buon Ted sì che la sapeva lunga. Ricordo un giorno a Parigi nella nebbia del crepuscolo, il mister Lapidus e io siamo a braccetto cinguettando come due passerotti... di moda, di stile e portamento... di tutto un po'... andiamo quasi a sbattere contro una ragazza che cammina a capo basso. Alza lo sguardo un attimo prima di finire dritta tra le braccia del caro Ted, sbarra gli occhi e dice "E guardate dove andate! Che cazzo." Ted lancia uno dei suoi urletti, scarta di lato e mi lascia faccia a faccia con questa biondina con frangetta corta, muso duro e occhi verdi un po' schizzati.

ideafissa

Bomb - Gregory Corso

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BOMB Incalzatrice della storia Freno del tempo Tu Bomba Giocattolo dell'universo Massima rapinatrice di cieli Non posso odiarti Forse che l'odio il fulmine scaltro la mascella di un asino La mazza nodosa di Un Milione di A.C. la clava il flagello l'ascia Catapulta Da Vinci tomahawk Cochise acciarino Kidd pugnale Rathbone Ah e la triste disperata pistola Verlaine Puskin Dillinger Bogart E non ha S. Michele una spada infuocata S. Giorgio una lancia Davide una fionda Bomba sei crudele come l'uomo ti fa e non sei più crudele del cancro Ogni uomo ti odia preferirebbe morire in un incidente d'auto per un fulmine annegato Cadendo dal tetto sulla sedia elettrica di infarto di vecchiaia di vecchiaia O Bomba Preferirebbe morire di qualsiasi cosa piuttosto che per te Il dito della morte è indipendente Non sta all'uomo che tu bum o no La Morte ha distrutto da un pezzo il suo azzurro inflessibile Io ti canto Bomba Prodigalità della Morte Giubileo della Morte

IMMORTALE FANCESCA WOODMAN

A JOHN DILLINGER

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A John Dillinger con la speranza che sia sempre vivo Giorno del Ringraziamento. 28 novembre 1986 Grazie per il tacchino e i piccioni viaggiatori, destinati a essere cacati attraverso le sane budella americane – grazie per un Continente da saccheggiare e avvelenare – grazie per gli Indiani che ci procurano quel tanto di stimoli e di pericoli – grazie per le immense mandrie di bisonti da uccidere e scuoiare, lasciando le carcasse a marcire – grazie per le laute ricompense sui lupi e i coyotes – grazie per il SOGNO AMERICANO da involgarire e falsificare fin quando la nuda menzogna non vi risplenda attraverso – grazie per il KKK, per gli uomini di legge che incidono una tacca per ogni negro ucciso, per le rispettabili signore casa-e-chiesa con le loro facce meschine, smunte, sgradevoli, perverse  –  grazie per gli adesivi «Ammazza un frocio in nome di Cristo»  –  grazie per l’AIDS di laboratorio – grazie per il Proibizionismo e la Lotta contro la Droga –