È morto Ted Lapidus. Inventò la moda unisex

PARIGI - Lo stilista francese Ted Lapidus è morto ieri a Cannes. Aveva 79 anni ed era ammalato da tempo. Stilista «della strada», come amava definirsi e come l' ha ricordato il presidente Sarkozy, negli anni ' 60 rivoluzionò l' alta moda: lanciò l' unisex, quindi lo stile militare e il look safari.

Be', io e il vecchio Ted eravamo amiconi, lui era un vero gattone. Il buon Ted sì che la sapeva lunga.
Ricordo un giorno a Parigi nella nebbia del crepuscolo,
il mister Lapidus e io siamo a braccetto cinguettando come due passerotti... di moda, di stile e portamento... di tutto un po'... andiamo quasi a sbattere contro una ragazza che cammina a capo basso. Alza lo sguardo un attimo prima di finire dritta tra le braccia del caro Ted, sbarra gli occhi e dice "E guardate dove andate! Che cazzo." Ted lancia uno dei suoi urletti, scarta di lato e mi lascia faccia a faccia con questa biondina
con frangetta corta, muso duro e occhi verdi un po' schizzati. Ma è carina da pazzi.
Tento subito uno dei miei penosi approcci tra il macho e il galante, sembro uno scemo, mi sento uno scemo e certamente lei mi giudica un cretino,
glielo leggo negli occhi; ha piegato la testa di lato, ha sorriso e nell'arco di tre secondi netti mi ha giudicato per quello che sono. Un perfetto cretino a Parigi. Per un attimo ho un mezzo déjà vu. Ma, com'ho detto è mezzo. Un breve lampo tra milioni di neuroni inceneriti.
In quel momento Ted si fa di lato, spaventato come un vecchio gattone castrato, e lancia il tipico urlo gorgogliante di quando il mondo gli dona una rivelazione. "Maddai, Benz, ma hai vissssto cosss'haaddosso quesssto piccolo elfo???"
Scollo gli occhi da lei e guardo Mr. Lapidus col mio famoso sorriso enigmatico tipo "...ho capito che vuoi dire, vecchio mio, chiaro... e sono maledettamente d'accordo con te...".
Ma è lampante che Teddone m'ha sgamato subito, sa che non capito niente, che sono già nella bolla della mia idea fissa. Ideona N°1 per quanto mi riguarda, prima, unica e facile che sia anche l'ultima.
"Guarda... guarda Benszill (alla francese), è una fata... un elfo... unn..."
"Un'elFica..." me ne esco fuori con una delle mie tradizionali genialate d'autunno.
Quel micione di Ted mi guarda con l'occhio assente, poi coglie la profondità della mia battutona n. 1659 e ridacchia brevemente, diviso tra l'ammirazione e la riprovazione per tanto cattivo gusto concentrato in un solo essere umano. Sta per dirmi qualcosa di brutto, lo vedo. Ma si ferma. Esita un attimo di troppo e perde la spinta. Ha deciso di lasciar perdere perché la sua idea spinge, la rivelazione lo pervade, e con la mano inizia a tratteggiare un semicerchio come se vedesse un arcobaleno... l'occhio gli si appalla e s'illumina.
Io mi prendo uno spago bestiale. Per un attimo m'ha ricordato il mio vecchio boss dell'agenzia di Bologna, un gattone arteriato di brutto. C'era restato sotto dopo che aveva fatto l'ipnosi per smettere di fumare. Per quattro anni c'ha fatto passare l'inferno, poi ha lentamente ripreso. Ultimamente il micione baffone fumava di brutto e prendeva tutta una gamma completa di psicofarmaci. Dalle ultime notizie so che si era asserragliato dentro l'agenzia, tipo Tony Montana in Scarface.
'Nsomma, esco da questo brutto trip bolognese e faccio uno sforzo acrobatico per sembrare interessato a Teddone e alla sua idea sulla punta della lingua, mentre invece sbircio la bamboccina elfica...
"Benszill... come stavo per dirti prima del tuo bizzarrrro neologismo, bene, ho avuto un'idea a dir poco rivoluzionarrria! Sii gentile e prrresentami a questa delisiosa creatura... sù... sù, un pizzico d'iniziativa... bien gentil..."
A momenti mi strozzo, il gattone strascica un patetico accento francese, e io sto rifacendo la figura di un cretino a spasso col suo amicone neuroleso. Cazzo. Sudo freddo. Decido di buttarmi.
"Scusami, tu parli italiano per caso? No, perché io non no... appproposito come ti chiami? E scusa per il cozzo di prima, eh... eh... eh..., del tutto involontario questa volta...". Niente da fare, m'è scappata. Lo sapevo. Un attimo prima lo so sempre, e non riesco a trattenermi. Sono un cretino. Davvero. Un cretino con un'idea fissa. E Ted Lapidus al braccio.
I suoi occhi verdi mi fissano impietriti, diventano più chiari... le pupille piccolissime. Sento che sta per farmi sparire dalla faccia della terra nel giro di poche sillabe. Rivedo la mia vita. Uno schifo. Aspetto la bordata e inarco un po' le spalle mentre mi piego già un po' in due, anticipando.
Ma il verde si scalda, trema un istante e diventa teneroverde...
sotto le sopracciglia appena inarcate e un naso birichino si apre un sorriso pieno che alza le gote.
Sta sorridendo. Anzi sta proprio iniziando a ridere... E mentre io non credo a quello che vedo e sento che il Signore è buono e giusto per la prima volta in tutta la mia esistenza, quel cazzone di Teddone mi si piazza davanti. Mi eclissa. Copre il sole che mi illumina e mi scalda. Bastardo.
"Perrrrmetta di presentarrrmi, signorina... sono Ted Lapidus." dice il micione e porge la mano.
"Teeeed Lapiiiduus???" Quel fiorellino di campo, quella creatura che proviene sicuramente da un mondo di frutta candida passa dal riso allo stupore. Sgrana sempre i teneroverdi mentre un principio di rossore le colora le gote, getta il capo indietro mentre un sorrisone prende il posto della sorpresa. Rialza la testa e la piega leggermente di lato, lo guarda in faccia, guarda me e dice: "Ted Lapidus? Teeed Lapiduus? Ma non è possibile, maledetto Benz! E scoppia in una ristata effervescente come il mio cervello.
"Vuoi dire che la conosco questa qui?" mi dico mentre gli effetti dell'ultima ipnosi iniziano a svanire, e mi ripeto
"Cazzo... vuoi dire che la conosco già questa qui?"

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