COOO CO- COOO - Funerale alla cazzo di karma
Forse qualche mese fa ruspava
allegramente dentro un box formato cartolina. Aveva del buon becchime fatto con
farina di pecora alla diossina.
Possedeva delle certezze, tipo
che non sarebbe arrivata alla fine della primavera. Perché le carni magre vanno
a ruba quando c'è il risveglio delle diete.
Comunque aveva un posto caldo, un
pasto freddo, e tante amiche con cui comunicare telepaticamente, immagino, per
via del becco stretto col fil di ferro a misura di becchime e nient’altro.
Ognimmodo un giorno sarebbe stata
esposta in un superfottutomercato, reparto freschi. Un po' come il Papa, quello
polacco, tutti sarebbe andati al suo funerale ipermercato.
Poi passo io.
Di lì.
Ci ho una fame fottuta, e il solito pollo
addizionato essecazzolunga mi aveva già fatto spuntare una bella seconda
misura, continuava così e presto avrei dovuto rubare i reggiseno alla vicina.
In compenso i testicoli erano molto simili ad acini d'uva. Perfetto, niente
coglioni niente tentazioni.
Senza incertezze afferro la coscia di tacchino. Si vocifera che renda la pelle liscia come una
pesca e conferisca tonicità alle chiappe. Fatto trenta...
Pensando al Papa, intanto, mi passa la fame. Perché
mi pareva uno buono lui, mica tipo tutti gli altri. Così la sbatto al fresco
mettendo la supercoscia nel freezer, così chiamato perché è libero di rompersi
senza preavviso.
Alla fine però la trasferisco ai piani bassi, dove
la ventola non funziona neanche sul prototipo originale della Rex. Poi il frigo
mi molla, anche lui. Ennesima tragedia domestica, che non c’è niente di peggio.
Roba da Resto del Carlino.
Sposto la coscia già un po’ più violacea sul
davanzale della finestra. Il freddo del cazzo che fa fuori la conserva sicuro.
Immagino già quel mini Mammut o TirannocazzoReex formato gallina perfettamente
conservato, tipo iceberg (non l’insalata, eh).
Ma la dannata confezione era bucata. Sicuro qualche
immigrato del cazzo l’aveva ciancicata, eh.
Intanto spunta un sole pallido niente che, anzi, fa
caldo a manhattan.Ma io me la dormo alla grande. Così la vecchia tacchinella si
trova presto un attimo più vicina alla trasformazione. Quando mi sveglio tutto
baldo come l’Ubaldo, ecco che mi rispunta la famona quasi chimica. “Stamattina”
penso allarmassimo"cazzo, ci ho niente da mangiare... “.
Però, come in un baleno, le sinapsi fanno contatto.
Apro sorridendo la finestra. Fiducioso e con mille idee di ricettone nella
testa.
BZZZ…BZZZZ… zzzz… bzzz…BZZZZ… … bzzz…BZZZZ…
Minchia, una nuvola come quella del negro nel miglio
verde. Una massa nera vorticante e ronzante incazzata nera mi arriva sulla
faccia e le mani enei capelli, mi avvolge come un fottuto sciame assassino.
Centinaia di mosche grasse e nere, becchine del cazzo, quelle che ti si
mangiano già in chiesa, alate luride ciccione che rimbalzano sul davanzale mica
volano quelle, con quegli occhiacci enormi.
Questa cosa da film dell’orrore che mi avvolge
incazzata nera perché gli ho interrotto la colazione mattutina.
Urlo sputando bestemmie e saliva e mosche cadaverine
in via di annegamento. Scappo, scivolo sulle scale dimmerda e piombo mezzo
morto al piano di sotto.
Di buono c’è che sono a un passo dal cesso.
E mentre sono lì in bagno che do al water il meglio
di me stesso, penso alla karmica negativa esistenziale di quel fottuto
volatile. Vedo un disegno sovrannaturale in quella sfiga ipermercata. Ci penso
a quella cosa acida e puzzolente che era la gamba di un tacchino grasso e
tronfio, più ci penso e più mi pare che ci ha qualcosa di famigliare. Una
reminiscenza, qualcosa che c’ha a vedere con la zia Ghighì, con la gamba zoppa
e la stampella che si portava sempre dietro come la .45 di Tex Willer.
Una dannatissima
epifania. Seee...
Son lì che do gli ultimi singulti e ti vedo questo
dannato articolo sulla reincarnazione. Appoggiato sulla vasca, che deve averlo
messo qui qualche inquilino straniero, per forza. Magari ci si voleva pulire il
sedere giallo o nero, so io, poi lascia le cose come stanno che a lui tanto gli
fa né caldo né freddo se si lava la sotto. Brutta gente.
Karma e visione cosmica, reincarnazione, insomma.
Una cosa che si può fare solo se sei morto. E più leggo più mi convinco che
quella coscia di tacchino ci ha qualcosa della gamba zoppa di mia zia. Anzi,
sono sicuro che quella è la gamba di zia Ghighì. Tipo che se la interroghi
parla francese e basta, come la ziona marsigliese franciosa.
Sicuro come il culo. È tornata a perseguitarmi anche
qui, in capo al mondo, in mezzo ai senza dio. Tipo al Pilastro. Spurghi di
corea, insomma.
In un lampo corro al cassonetto "non
differenziata" e ci sbatto dentro zia, confezione e qualche moscerone
ancora attaccato.
Con quel che le avevo già combinato quando
zampettava in salotto che era anche viva, mica posso fare anche il razzista
adesso.
Eh.
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