SIFONE INNAMORATO

      Lo chiamarono così perché fu la prima parola che disse. "Scifone" per l'esattezza.  Aveva già tre anni e tutti pensavano fosse ritardato.

      Ma ci aveva i suoi tempi, Sifone. Mica potevi mettergli fretta a quel topo là. Un bel tipo, lui, soprattutto quando crebbe un pochino, il Sifone.

      A nove anni era piccolino e segaligno, ma svelto come un demonio. Altroché fallato, era tutto d'un pezzo quel birichino.

      Arrivava all'improvviso e aveva sempre qualche graffio e le mani sporche di nero. Sifone.

      Sifone spuntava dal nulla. E poi era già li che parlava a segno, sparando raffiche di vocali e di consonanti, qualunque fosse l'argomento del dibattito.

      E a scuola faceva uguale. La maestra non lo trovava mai quando in classe lo cercava con lo sguardo.

Allora lo chiamava strillando secca

- Rispondi Sifone!

E lui

- Mi dica, signora maestra!

     Rispondeva lui puntuale e tranquillo dal suo posto.

      Sifone era un bambino curioso e vivace, stupito e sempre pronto a esplorare il mondo che lo circondava. Crescendo, sviluppò una passione per la scienza e la tecnologia, e si dedicò allo studio di vari campi, dalla fisica alla biologia, dall'informatica alla robotica. Era affascinato dalle possibilità che la scienza offriva, e sognava di inventare qualcosa di rivoluzionario che potesse cambiare la vita delle persone.

      Un giorno, mentre frequentava l'università, si imbatté in un annuncio che attirò la sua attenzione. Si trattava di un concorso per giovani scienziati, organizzato da una prestigiosa istituzione, che offriva la possibilità di partecipare a un progetto di ricerca innovativo e segreto. Sifone non esitò a candidarsi, inviando il suo curriculum e una lettera di motivazione.

      Dopo qualche settimana, ricevette una risposta positiva: era stato selezionato tra i finalisti, e avrebbe dovuto presentarsi a un colloquio per la fase finale.

      Sifone era elettrizzato e nervoso allo stesso tempo. Si preparò al meglio, ripassando le sue conoscenze e le sue esperienze, e si recò al luogo indicato. Lì, venne accolto da una donna che gli sorrise cordialmente e si presentò come la responsabile del progetto. Era una donna bellissima, con i capelli rossi e gli occhi verdi, e un viso dolce e intelligente. Sifone rimase incantato da lei, e sentì una strana sensazione nel petto. Era amore a prima vista.

      La donna lo condusse in una sala dove si svolse il colloquio. Le domande erano difficili e tecniche, ma Sifone riuscì a rispondere con sicurezza e competenza, dimostrando la sua preparazione e la sua passione. La donna sembrava soddisfatta delle sue risposte, e lo elogiò per la sua bravura. Poi, gli svelò la natura del progetto: si trattava di creare una macchina in grado di viaggiare nel tempo.

      Sifone rimase sbalordito. Era il sogno di ogni scienziato, e lui aveva la possibilità di farne parte. Accettò subito l'offerta, e la donna gli disse che avrebbe iniziato a lavorare con lei il giorno dopo. Sifone era felicissimo, non solo per il progetto, ma anche per la donna. Si sentiva attratto da lei, e sperava che anche lei provasse lo stesso per lui. Si scambiarono i numeri di telefono, e si salutarono con un sorriso.

      Sifone uscì dalla sala con il cuore in tumulto. Era stato il giorno più bello della sua vita, e non vedeva l'ora di iniziare la sua avventura. Non sapeva che quella donna avrebbe cambiato il suo destino, e lo avrebbe portato a scoprire i segreti del tempo e dell'amore.

      Sifone, dopo aver inviato la sua candidatura, si era immerso nei suoi studi, dimenticandosi quasi del concorso e cercando di pensare il meno possibile alla donna del colloquio; colei che gli aveva fatto provare un’emozione senza precedenti. Ma un giorno, mentre stava lavorando su un esperimento nel suo laboratorio casalingo, qualcosa di inaspettato accadde. Un piccolo robot, non più grande di una scatola di fiammiferi, fece la sua comparsa sulla scrivania, con un messaggio inciso sul dorso: “Seguimi”.

    Curioso e un po’ perplesso, Sifone seguì il robot fino a un vecchio magazzino alla periferia della città. Lì, tra scatole impolverate e vecchi computer, trovò una macchina strana, simile a una capsula del tempo. Il robot gli indicò di entrare e, senza esitare, Sifone si avventurò all’interno.

    Con un ronzio e un lampo di luce, la macchina si attivò e Sifone si ritrovò catapultato in un futuro lontano, dove la scienza aveva raggiunto vette inimmaginabili. In questo mondo, Sifone era una leggenda: il suo nome era insegnato nelle scuole come il più grande inventore di tutti i tempi.

    Ma come era possibile? Sifone non aveva ancora inventato nulla di così rivoluzionario. Fu allora che capì: il robot era un messaggero dal futuro, inviato per assicurarsi che Sifone seguisse il suo destino. E il destino di Sifone era quello di creare un’invenzione che avrebbe salvato il mondo da una crisi energetica globale.

    Ritornato nel suo tempo, Sifone si mise al lavoro con rinnovato entusiasmo. E dopo mesi di tentativi, finalmente ci riuscì. Creò un dispositivo in grado di convertire i sogni in energia pulita e illimitata. La sua invenzione non solo risolse la crisi energetica, ma portò anche gioia e ispirazione a milioni di persone, che potevano ora “alimentare” il mondo con le loro visioni più belle.

    E così, il ragazzo che una volta era stato chiamato “Scifone” divenne il più grande eroe di tutti i tempi, dimostrando che a volte, i sogni possono davvero cambiare il mondo.

Commenti

Post popolari in questo blog

Punk Rock Christmas, Sad Mouse is here!

Addio alle Armi