Spaghetti rotti in brodo Quadrucci in brodo fatti in casa con piselli e cubetti di prosciutto Riso in densa acqua di riso al limone Riso al latte (piaceva al babbo, a me faceva orrore) Palline in brodo, le mangiavano anche crude; io le rubavo dalla dispensa, erano confezionate in un sacchetto di plastica lungo Zuppa imperiale Coppette di tonno e besciamella al forno, facevano la crosticina Panzarotti che solo tu sapevi fare così Strudel di carne e formaggio, dio mio, che follia! Polpettone con uova sode e olive, unico al mondo Vol-au-vent Quiche lorraine che nemmeno un marsigliese come il babbo si era mai sognato E tante cose buonissime come te, che mi manchi sempre più. A presto mamma, preparami qualcosa che arrivo anch'io. Sono così stanco e ho tanta fame.
Alle quattro sto sveglio nel buio muto, fisso. Gli orli delle tende via via schiariranno. Frattanto vedo quello che in realtà c’è sempre: la morte infaticabile, d’un giorno intero più vicina, che rende ogni pensiero impossibile tranne come dove e quando dovrò morire io stesso. Arido interrogarsi: eppure la paura di morire, d’essere già morto, lampeggia nuovamente, avvince e terrorizza. La mente sbianca all’abbaglio. Ma non di rimorso – il bene non fatto, l’amore non dato, il tempo strappato e non usato – né disgraziatamente perché una sola vita può spendersi tutta a riscattare i suoi inizi sbagliati, e non riuscirci mai; ma per il vuoto totale ed eterno, la sicura estinzione alla quale andiamo incontro, dove saremo persi per sempre. Non essere qui, né in nessun altro luogo, e presto. Nulla di più terribile, nulla di più vero. Ecco un modo speciale di prendersi quella paura che nessun trucco scaccia. Provò la religione, quel logoro e vasto broccato musicale creato a farci credere che no...
Buenos Aires se me presenta como una mina exótica, llena de promesas y riesgos. Las luces de Palermo brillan como yiroflas en una vidriera, pero yo estoy relegado a las sombras de San Telmo, donde cada calle tiene su historia y cada esquina esconde un secreto. Era un capo de la publicidad, un mago de las palabras que podía vender sueños con un simple eslogan. Pero ahora, mis días de gloria son solo un recuerdo desteñido, ahogado en un mar de alcohol y malas decisiones. "Paint it Black" de los Rolling Stones me golpea los oídos, un himno perfecto para mi caída al olvido. Mis campañas una vez hechizaron la ciudad, mis jingles eran cantados por todos. Pero jugué demasiado con fuego, bailé demasiado cerca del abismo. Las drogas, las noches en vela, las malas compañías... todo cobró su precio. Ahora, soy solo otra alma perdida en las calles de esta ciudad desalmada. Camino por la Avenida de Mayo, sintiendo el peso de cada paso. Mis viejos amigos, los clientes...
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