Addio alle Armi
E questa meravigliosa malinconia da Jaguarmatic e Tigermatic che come una nebbia struggente mi assedia ora, come allora avvolgeva fredda e bagnata i Giardini Margherita e la Fossa Cavallina con i suoi grandi e scricchiolanti e misteriosi capanni delle colonie estive e la piscina colma delle foglie morte di quella stagione che fu l’ultima, l’ultima in cui corremmo davvero liberi noi tutti, Andrea e Luca, io e Vittorio, Pilli e Curi ed Eraldo; lui che sulle lunghe gambe ossute ci superava tutti correndo come il grande Lewis, lui che come noi era inseguito da un omarino grosso e rubizzo che ci aveva spiati in modo losco e allora gli avevamo gridato “busone!” per poi scagliargli addosso una veloce e spietata raffica di pigne, e lui, mi pare ancora di vederlo, Eraldo detto Ciccio o il Negro, col suo "bulbo" africano spinto all'indietro dal vento, alto e magro e ricciuto nella dolce assolata estate precedente a che tutto accadesse. E Andrea col suo improbabile pellicciotto bea...