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Risveglio

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Nel sogno andai verso il letto di mio padre e mi infilai sotto le coperte.  Respirai un odore delizioso di cuoio e dopobarba e mi addormentai all'istante.  Mi svegliai in te respirando la tua essenza solitaria e vinta, e baciai ancora la tua bocca in lacrime.  E fu in quel vuoto rosa, umido, e profumato di te che mi sentii irrimediabilmente solo, unico, e tremendamente libero per sempre. E allora, come se mi avessi sorpreso a distruggere un castello di sabbia a lungo difeso dalle onde, mi sorridesti con nostalgia, come se fossi un paesaggio bello e irrimediabilmente rovinato.

Coney Island baby

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Odore di ruggine un lampo ed ecco la ragazza dai capelli rossi di quell'estate del ’60 corre affondando lievemente nell'arena calda e secca splendente e dorata e si svolta a guardarlo proprio quando il diaframma scatta metallico nell'aria imprigionando la sua anima e le lentiggini spruzzate sul viso adolescente; eccoli con la sabbia appiccicata ai corpi bollenti mentre l’odore lubrificato di olio da sole riempie di profumo e promesse le narici e si sposta veloce scivolando nel vento ed eccolo vola vola vola e ora è lì che ammanta la battigia mentre lui eccitato e scarno col cuore che s’abbatte come un’onda nelle orecchie tappate abbassa di nuovo lo sguardo e lo fissa nel vetro smerigliato del pozzetto della macchina fotografica accarezzando i fianchi levigati di lei dove s’appiglia il piccolo drappo di stoffa bagnato d’acqua salata; ora che tanti anni dopo ricordando quel pomeriggio la sua mano sposta l’elastico dei calzoncini intoppato dall'erezione e veloce rapace si

El horror de habitarme

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para verte como yo queria era necesario empezar por cerrar los ojos

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caminar vale la pena, aunque te caigas

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SQUISIPOLLO A GO-GO.

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"La vita è uno yo-yo" Mio figlio masticava lentamente il suo tacoburger e mi fissava.  Mentre addentavo il mio squisipollo lo guardai negli occhi. Due pozzi di dolore e secchiate di tristezza. "Fanculo!" – pensai – "meglio se capitava una sfiga a me...". In quel preciso istante il boccone di squisipollo del cazzo precipitò dritto nel garganozzo e imboccò la direttissima per i polmoni. Iniziai a fare dei versi come uno che sta affogando con un dito infilzato nel culo. Dalla faccia pallida e interrogativa di mio figlio capii di essere nella merda. Tossii e torsi la testa in cerca d'aria mentre piume delle mie piume mi bastonava la schiena col suo pugno enorme. Quando mio figlio entra in azione non ha mezzi termini, è risaputo. Sparai fuori lo squisipollo in una raffica di panatura dorata. Presi il respiro e sentii le costole che scricchiolavano dove mi aveva ripetutamente colpito la manona del vecchio Matt. E mi venne in mente il vecchio detto: "A

Un istante

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«Per quanti anni è durato il controllo? Per quanto tempo necessaria la punizione? - Com’è il tuo cuore ora? - Ora vedo.»

il giuoco delle perle di vetro

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Mondi, mondi interi fatti di rocchetti di filo, spilli, caramelle e carte colorate di caramelle, temperini dal levigato manico di madreperla, mondi da scoprire fatti di rotonde scatolette metalliche d’Eucarbon riempite di minutaglia, e poi gli infiniti mondi colorati e bellissimi delle biglie di vetro, quelli dei soldatini dell’Airfix e quelli dei pezzi del Lego e del Plastic City sparsi sul tavolo o sul pavimento del tinello, e poi viti e dadini, piccoli cacciaviti e minuscole chiavi inglesi del Meccano in attesa di una nuova idea che smonti il mondo presedente e lo ricomponga in nuovo mondo; i sonnolenti mondi pomeridiani della macchina da cucire e degli aghi da infilare di mia nonna, e quelli mattutini della cucina di mia mamma, dei suoi odori, dei suoi sorrisi dolcissimi, e ancora i mezzi giorni passati giocando sotto il tavolo oppure in alto, sui pensili della cucina, osservando il vaporoso mondo sottostante; ecco le ore passate nascondermi dietro gli armadi appena scostati dal mu

L'insospettabile resurrezione di Topo Triste

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Corro giù a raccogliere quello che ha sganciato Barbagianni, non so in cosa spero né in quale cazzo di dio credo, ma devo farlo e lo faccio, così mi sbrago lungo disteso sul marciapiedi e la tocco. È calda e puzzolente, in effetti sembra esattamente una cacata d’intestino, ma lì dentro in mezzo a quel mucchio di stronzo peloso c’è mio figlio. Il mio povero figliolo triste e coraggioso.   Topo Triste. Il mio ragazzo.   Mentre stringo questo povero stronzo ancora caldo rivedo i suoi occhietti tristi e la sua gambina  spasticata . In un lampo mi passano davanti agli occhi le sue mute richieste, tutto il suo dolore mi colpisce come un peso massimo alla bocca dello stomaco.    Lo vedo come se fosse oggi; ho appena messo dentro la capoccia che lì sul cornicione c'è Topo Triste, è imbragato nel mio calzino spaiato preferito - quello rosso col buco grande giusto sull'alluce - dove ci ha infilato quelle che mi sembrano delle di cartone.    Ma questo l'ho poi ricostr

COOO CO- COOO - Funerale alla cazzo di karma

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E magari quella coscia di tacchino era mia zia. Forse qualche mese fa ruspava allegramente dentro un box formato cartolina. Aveva del buon becchime fatto con farina di pecora alla diossina.  Possedeva delle certezze, tipo che non sarebbe arrivata alla fine della primavera. Perché le carni magre vanno a ruba quando c'è il risveglio delle diete.  Comunque aveva un posto caldo, un pasto freddo, e tante amiche con cui comunicare telepaticamente, immagino, per via del becco stretto col fil di ferro a misura di becchime e nient’altro.  Ognimmodo un giorno sarebbe stata esposta in un superfottutomercato, reparto freschi. Un po' come il Papa, quello polacco, tutti sarebbe andati al suo funerale ipermercato. Poi passo io.  Di lì. Ci ho una fame fottuta, e il solito pollo addizionato essecazzolunga mi aveva già fatto spuntare una bella seconda misura, continuava così e presto avrei dovuto rubare i reggiseno alla vicina. In compenso i testicoli erano molto simili ad acin

Punk Rock Christmas, Sad Mouse is here!

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Fatto è che quelle lì sono ormine, mica dubbi. Sbaglio mai sulle ormine, io. Quelle sono zampette, eh sì, sissì. Fatto è che non spazzo damesi, le orme sono chiare come in ombre rosse. Ognimmodo le zampine vanno dalpunto A al punto B, che le ho chiamate così Secondo me c’è un cazzo ditopo da ‘ste bande, un zombie topo datochesembrano proprio le zampine del topolemming, il triste. (Quello che ha fatto tipo Icaro senza il sole e la cera e le piume del cazzo, insomma, perché era spasticato e invidiava Pipistrello ubriaco, eh.) Che ci volevo fare un poema rock ispirato a comesichiama quello coi mulini a ventola e il ciccione culo sull'asino che segue dappertutto? Boh, vabbe’. Torniamo a noi. E qui per chi non ha letto i miei diari sono cazzi suoi, perché parlo del caso di Topo Triste e Pipistrello Ubriaco. Un classico, tipo Conad Loid. Oggi sono in mezzo alla spasticanza del centro coattivo, a un certo punto ti vedo un paio di mongolivestiti a festa appena usci

TopoTriste e Pipistrello Ubruìiaco - RIIILOD

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EUNOOO    La notte brucio il tempo tra verticale e orizzontale – prima che sia mattino – con paglia in mano, affacciato alla mia finestra. Occhio a  mezz'asta  per via del fumo, sguardo bieco di default e anche perché il fottuto il Tavor li fanno con il talco del cazzo – grazie alle multinazionali del cazzo – insomma, sono lì che lumo per la millesima volta un grigio piccolo pipistrello che sbatacchia nell'aria come un epilettico del cazzo. Magari è alla caccia di una manciata di moscerini coraggiosi e  zanzare  dello Zanzibar, o chissà di che minchia o di qualche succosa e grassa falena del cazzo.     Cazzo…  Mi viene il vomito se penso cosa ingoia il buon vecchio pipistrello ubriaco, che l’ho ribattezzato io così – e magari lui era pipistrello mormone o qualche cacata del genere – in un'alba insonne che ero in vena di celebrazioni.      Beh, fatto sta che piano piano inizio a provare dei fottuti sentimenti per quel frullatore della notte – per quel cazzone vampirizz