Mondi, mondi interi fatti di rocchetti di filo, spilli, caramelle e carte colorate di caramelle, temperini dal levigato manico di madreperla, mondi da scoprire fatti di rotonde scatolette metalliche d’Eucarbon riempite di minutaglia, e poi gli infiniti mondi colorati e bellissimi delle biglie di vetro, quelli dei soldatini dell’Airfix e quelli dei pezzi del Lego e del Plastic City sparsi sul tavolo o sul pavimento del tinello, e poi viti e dadini, piccoli cacciaviti e minuscole chiavi inglesi del Meccano in attesa di una nuova idea che smonti il mondo presedente e lo ricomponga in nuovo mondo; i sonnolenti mondi pomeridiani della macchina da cucire e degli aghi da infilare di mia nonna, e quelli mattutini della cucina di mia mamma, dei suoi odori, dei suoi sorrisi dolcissimi, e ancora i mezzi giorni passati giocando sotto il tavolo oppure in alto, sui pensili della cucina, osservando il vaporoso mondo sottostante; ecco le ore passate nascondermi dietro gli armadi appena scostati dal mu...